Pieve San Pancrazio a Neri
La pieve di San Pancrazio che pur modificata nel corso dei secoli, presenta, al suo interno, delle singolari caratteristiche architettoniche.
Le frammentarie notizie storiche giunte fino ai giorni nostri non ci permettono di tracciare un quadro esaustivo. All’esterno della pieve la facciata è caratterizzata da due brevi scalinate convergenti che conducono alla porta d’ingresso, rialzata rispetto al piano stradale. La zona tergale dell’edificio colpisce invece per la condizione di asimmetria causata dalla mancanza di uno degli absidi laterali. La pieve di San Pancrazio costituisce nella zona l’unico esempio di chiesa plebana con presbiterio sopraelevato, impostato sulle volte di copertura di una cripta. Questa risulta divisa in tre piccole navate da colonnine, sormontate da capitelli, sui quali poggiano le volte a crociera della copertura della suddetta cripta. Vi si trovava un fonte battesimale monolitico molto antico; ma non era quello originale in quanto proveniente dalla badia vallombrosana di Montescalari, situata nel comune di Greve in Chianti, e ora restituito ai legittimi proprietari. Sull’architrave della porta che dalla cripta immette nella cella della torre campanaria è ancora visibile un’iscrizione con la data: anno 1147. Al presbiterio si accede mediante una scala in pietra addossata alla parete di destra dell’unica navata. Nel catino absidale si trovano i resti di un affresco raffigurante la Madonna con Gesù e i Santi Lorenzo e, probabilmente, Pancrazio riconoscibile nelle vesti di giovane romano. La presenza della cripta ha portato qualche studioso a ipotizzare che il luogo di culto possa essere stato fondato da una comunità monastica e successivamente trasformato in chiesa plebana, ma forse la storia di questo luogo di culto è un pò più complessa.